martedì 4 gennaio 2022

 Cosmologia vedica 2 



Nella Cosmologia vedica si narra che l'universo materiale si trova all'interno di sfere più grandi, e si dice che “tutti gli universi sono raggruppati insieme e sembrano un’enorme agglomerato di particelle” (Shrimad Bhagavatam 3.11.41), inoltre “ci sono innumerevoli universi oltre al nostro e, benché siano estremamente estesi, si muovono come atomi” (Shrimad Bhagavatam 6.16.37). In innumerevoli passi si afferma anche che il pianeta Terra è solo uno dei tanti pianeti, cosa che ipotizzarono successivamente anche i filosofi greci Democrito ed Epicuro e il filosofo italiano di Nola Giordano Bruno.
Per conoscere la realtà abbiamo due principali strumenti a disposizione: pramana e phala. Il metodo che utilizza il pramana ricorre a tutto ciò che i nostri sensi possono percepire, vedere e capire, mentre quello del phala riguarda una dimensione che non si può comprendere, che non si può percepire. Queste informazioni che riceviamo dai Veda sono spiegazioni perfette e necessarie per farci capire che noi adesso sulla terra stiamo affrontando una dimensione phala, una dimensione che i nostri sensi non possono comprendere in quanto limitati, ma che comunque esiste. Le conclusioni logiche portano ad affermare che esiste una fonte d'intelligenza comune a tutte le cause. Secondo il padre dell'astrologia vedica Parashara Muni occorre conoscere la struttura dell’universo e come è avvenuta la creazione, perché da tale conoscenza si ottiene una grande benedizione. Ogni cosa ha un suo principio, se cerchiamo l’origine di qualsiasi cosa, anche la più semplice e la più ordinaria, notiamo che essa risiede sempre in una fonte d’intelligenza. 
In tutto il mondo ci sono diverse scritture e filosofie che spiegano come avvenga l'origine del mondo, e questo fa anche la Bibbia. Nei Veda, e in particolare nel Vishnu Purana, viene spiegato molto bene il processo della creazione dell'universo materiale che è quello che riguarda la materia di tutto ciò che è visibile. Parashara Muni, grande astrologo e astronomo, asserisce che l’intera manifestazione universale è l’ottava parte della manifestazione totale del tutto formato dal visibile e dall'invisibile. Quindi in questo mondo materiale c’è una parte percettibile all’occhio umano e una parte che è impercettibile. 
Nella natura materiale devono sussistere tre processi che si avvicendano ciclicamente: il processo della creazione, quello del mantenimento e infine quello della distruzione. Ciò che si trova in questo mondo materiale deve pertanto per forza nascere, continuare per un certo periodo di tempo e poi deve essere distrutto e annichilito. Nei Veda secondo una prospettiva verticale la Terra è al centro della creazione materiale. La Terra, che rientra nella parte visibile, è chiamata Bhurloka. Sempre nella parte visibile, quella che noi come esseri umani possiamo vedere, vi sono altre due dimensioni: Bhuvarloka e Svargaloka. La parte non visibile dei mondi superiori è rappresentata da Maharloka, Janarloka, Taparloka e Satyaloka, dimensioni che l’occhio umano non può percepire. In altre parole, noi che stiamo sulla Terra possiamo percepire solo queste tre dimensioni: Bhurloka, la Terra, Bhuvarloka, il nostro sistema solare, e Svargaloka, le galassie e le stelle. La parte non visibile dei mondi sotterranei è rappresentata da Atala, Vitala, Satala, Rasatala, Talatala, Mahatala e Patala.
Parashara Muni sostiene che per analizzare il karma di una persona si debbano analizzare le posizioni dei pianeti alla nascita dal Sole fino a Saturno, cioè i pianeti Sole, Luna, Venere, Mercurio, Marte, Giove e Saturno. Nell'astrologia vedica non vengono presi in considerazione Urano, Nettuno e Plutone, che sono pianeti esterni. Inoltre sono importanti anche le posizioni dei nodi lunari, Rahu e Ketu. Per riuscire ad analizzare la vita spirituale e il passato e presente di una persona attraverso la carta natale astrologica ci si avvaleva dell'astrologia karmica o vedica, che usava dei metodi perfetti di calcolo astronomico da applicare all'analisi dell'esistenza di una persona per previsioni e interpretazioni che venivano affidate all'antico psicologo.
Nei primi canti dello Shrimad Bhagavatam si parla del processo di creazione vedico suddiviso in maha kalpa, il quale avviene attraverso la respirazione di Vishnu, che crea tutti gli elementi e strumenti creatori, avikalpa o creazione e dissoluzione degli elementi materiali o kalpa. Prima della creazione, il caos primordiale indifferenziato o mahat tattva copre una parte del mondo spirituale, come una nuvola copre la pura coscienza e da lì germina l'intera creazione. Dal mahat tattva si manifestano gli elementi materiali come mente, intelligenza, falso ego, i sensi, i cinque elementi e il corpo materiale. La natura materiale è la causa del corpo e dei sensi, mentre i sentimenti sono trascendentali e provengono dall'anima spirituale.
Durante la creazione primaria il mahat tattva, letteralmente dal sanscrito grande verità, che corrisponde all'Intelligenza Divina o alla Mente Cosmica, riflette l'unica realtà della conoscenza universale. Nella creazione secondaria il Mahat genera manas  la mente e comunque fin dall'inizio contiene tutti gli ingredienti della manifestazione materiale, incluse le anime condizionate. E' il medium naturale tra il puro spirito e l'esistenza materiale. Gli esseri viventi, con i loro desideri e falso ego, sviluppano determinati sensi che coprono la loro vera identità spirituale. Con il processo dello yoga si realizza il proprio vero sé rendendosi independenti dalle grinfie di Maya o illusione.  
Nella filosofia sankhya il mahat-tattva è la forma totale dell'energia materiale che contiene tutta la realtà, la genera e la trasforma. 

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