martedì 7 settembre 2021

 Yoga e pellegrinaggio in Occidente


Le marce e i cammini religiosi hanno una storia comune, vengono celebrate spesso  per motivi sociali, educativi e politici. L'uomo nomade di solito camminava a piedi e si adattava all'ambiente e al clima che incontrava per poter sopravvivere meglio alle intemperie e alle difficolta. I viaggi a piedi hanno sempre suscitato un fascino incredibile e interessato l'uomo che si è spostato per curarsi, per conoscere e per trovare luoghi più favorevoli dove poter vivere nei periodi di grandi glaciazioni e carestie. Nei tempi antichi flussi migratori apprezzabili furono relativi a spostamenti nella città santa, o dove risiedevano gli oracoli per conoscere il futuro oppure dove si tenevano i giochi pubblici, per lo più spostamenti a piedi, e sotto la protezione di Zeus. 
Camminare e spostarsi a piedi ha molto a che fare anche con la filosofia e lo yoga, l'atto del camminare è considerato un atto in passione, che aiuta a placare i sensi e avvia a una forma di meditazione utile anche in luoghi pubblici, infatti pensiamo a quanto piacesse camminare e dialogare camminando a Socrate, Aristotele insegnava camminando sotto i portici del Liceo e i suoi allievi si chiamavano peripatetici, Ipazia neoplatonica di Alessandria camminava sotto i portici per cercava studenti e predicare, inoltre i sofisti, esperti nell'arte della retorica, praticavano nelle strade e camminavano. 
Le tradizioni religiose i pellegrinaggi sono ricche parti integranti della religione, pensiamo ai pellegrinaggi della via Francigena e a Santiago de Compostela nel Medioevo, poi i traffici sulle vie si sono intensificati fino a creare dei percorsi economici e sociali per le Crociate in Terrasanta.
Chi si mette in cammino può conoscere popoli diversi e le loro culture, secondo lo scrittore tedesco premio Nobel Hermann Hesse il pellegrinaggio è un mezzo per raggiungere la saggezza e la pace dell'animo passando per luoghi e persone. L'identità del pellegrino e di colui che varca i confini del proprio luogo d'origine per andare alla ricerca del sé è un'identità che va incontro all'altro per sperimentare se stesso, una nuova vita. Dante dice «oh peregrini che pensosi andate», i loro cammini rivestono un senso di sacralità perché si rischia di perdere le proprie radici. Il pellegrinaggio è una realtà che esiste da sempre ma che nel villaggio globale non si fa notare, arricchisce i partecipanti al viaggio interiore e anche metaforico di realizzazione e di stupore.
Una storia particolare è quella del Pellegrino russo raccontata in un testo ascetico scritto nell'Ottocento, che parla della preghiera del cuore che assieme alla Filocalia è una delle opere più diffuse della spiritualità ortodossa. Si succedono avventure, incontri in un quadro un po'idealizzato della Russia tra brigantaggio e guerra, guardia boschi e scrittori squattrinati. Il pellegrino russo fu eremita nei boschi e parlò con un sacrestano nella sua piccola cappella. Venne derubato e poi accusato di sedurre le ragazze, per alcuni era un matto per altri un santo taumaturgo, in ogni caso dal suo cuore traboccava una grande gioia. Il racconto del pellegrino russo è stato il centro del romanzo Franny e Zooey del 1961 di J.D.Salinger in cui si parla di una giovane studentessa universitaria affascinata dalle tecniche ascetiche del buddismo e dell'induismo. 
Nello Yoga il pellegrinaggio si chiama Padayatra, dal sanscrito viaggio a piedi, e viene percorso da una scuola di yoga a scopo spirituale oppure anche a fini comunitari da un gruppo come era successo per esempio anche con Mahatma Gandhi. Nel famoso Marzo a Dandi nel 1930 e poi nel 1933 1934 Gandhi dimostro in maniera pacifica ma efficace in quale situazione si trovavano gli intoccabili. Queste camminate erano volte a soddisfare il dharma o dovere e servivano a anche a raccogliere i fondi necessari alla causa, perché si riesce a interagire meglio tra le varie fasce sociali. E' una specie di processione che solitamente si svolge tra i mesi di aprile e luglio e pone persone diverse, in un cammino solidale passo dopo passo, per riscoprire le proprie potenzialità psicofisiche. Lo scopo è anche quello di coltivare e preservare la salute e la coscienza con la meditazione del cammino che predispone il corpo e la mente a una maggior flessibilità e gioia.



La preparazione al padayatra può essere impegnativa e richiedere settimane o mesi a seconda della preparazione psicofisica di ognuno, se lungo il percorso ci si ferma a dormire in alloggi provvisori o alberghetti si condividono cibi e spazi a livello solidale. Bisogna essere in buono stato di salute, ricordare che non si tratta di correre per una maratona, non occorre affrettarsi per arrivare alla meta, durante il sonno alla sera ci si potrà ristorare. Le scarpe devono essere comode, possibilmente serve un cappellino per ripararsi dalla calura, e un sacco a pelo e una torcia per la notte. E' permesso usare una mantellina da pioggia, e della frutta secca all'occorrenza.
Le marce per la pace possono durare diversi chilometri al giorno e coinvolgere centinaia di persone per difendere la giustizia e per i diritti dei popoli e della terra, per fornire strumenti giuridici e strutture istituzionali di mobilitazione estesi ed efficaci, attivare un dialogo con le maggiori autorità dello Stato per far riconoscere e formalizzare i propri diritti. Il land grabbing della terra viene spesso consentito a favore di fabbriche e multinazionali che stipulano contratti per costruire impianti nucleari, miniere o autostrade. Il 25 settembre è la giornata internazionale della pace e si organizzano marce sempre più lunghe ed articolate tra più stati e continenti dal carattere più internazionale. L'obiettivo è quello di suscitare interesse verso problemi comuni e sensibilizzare verso temi quali emergenza ambientale, povertà, emarginazione femminile ecc...
Ci sono tante marce famose una di queste è la marcia Perugia Assisi di fine settembre inizio ottobre che si snoda per circa ventiquattro chilometri. La prima marcia per la pace in Italia si svolse nel 1961 su iniziativa di Aldo Capitini, il Gandhi italiano, per testimoniare la solidarietà tra i popoli. Si prese spunto dai pacifisti anglosassoni che nel 1958 protestarono contro il nucleare guidati dal professor B.Russell. Capitini in questa occasione la Bandiera della pace e fondò il primo movimento non violento come lotta attiva con un proprio metodo. Capitini 1899 1968 si definiva religioso laico e parlava di compresenza di tutti gli esseri viventi, dei morti e dei viventi legati tra loro ad un livello trascendente e compartecipe di valori, in un governo di tutti un processo in cui la popolazione potesse prendere parte attiva alle decisioni e alla gestione della cosa pubblica.
I musulmani vanno alla Mecca, e questo costituisce uno dei cinque pilastri del Corano, e i figli maschi ebrei sono tenuti ad andare almeno una volta a Gerusalemme. Anche il buddismo e l'induismo hanno sempre favorito viaggi di scambio come pellegrinaggi sia delle persone comuni che dei monaci erranti.
Govinda raccontò che errava per molte miglia e chiedeva alle nuvole la strada giusta da seguire, perché camminare è uno dei modi di meditare. Nello Zen si alternano posizioni sedute e in cammino per la meditazione. In Wanderlust. A History of walking (Mondadori, 2005) R.Solnit afferma che la filosofia del camminare va al di là di ogni ceto sociale, è per tutti. Honore de Balzac diceva che i pensieri nascono proprio camminando e servono a intravedere nuovi punti di vista. Il flaneur, come viene indicato, era un uomo errante che vagava per le vie cittadine provando emozioni osservando il paesaggio (C.Baudelaire).
In A piedi a Gerusalemme, 184 giorni, 184 volti, S.de Fooz racconta il suo viaggio a piedi per sei mesi da Gand nelle Fiandre fino a Gerusalemme attraversando tredici paesi con uno zaino e cinquanta euro in tasca, per depositare, in una breccia del Muro del Pianto, un sasso raccolto nel lager nazista di Dachau. Ogni persona che ama andare a piedi usa tutto il corpo e i sensi, per lo yoga è fondamentale la consapevolezza psicofisica e la motivazione che ci vuole per coprire lunghe distanze e proseguire, liberandosi da ansie, lasciandosi andare, preparando la strada alla meditazione, ascoltando suoni e rumori, accettando imprevisti, senza correre, senza aspettative, solo per andare con un senso di libertà nuovo che da' la possibilità di riascoltarsi. Andare a piedi, magari a piedi nudi, ci dispone in un atteggiamento curioso e appassionato, durante il cammino apprendiamo come guardare dentro noi stessi e gli altri.
La filosofia del cammino nasce nello yoga e si perfeziona con i filosofi greci nel pensiero occidentale. Il camminare aiuta a liberare la mente e a sgombrarla da pensieri pesanti, col desiderio di scoprire cose nuove, comprendere il mondo fisico con movimenti e percepire paesaggi di vari tipi anche urbani ma sempre a contatto con la natura, per assaporare piaceri sconosciuti e rispondere al richiamo della strada. Siamo esseri in cammino che si scontrano mondi diversi e con una lieta umiltà li si riconosce. C'è sempre un primo passo a cui seguono altri che segnano un sereno distacco verso le cose materiali del mondo.

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