mercoledì 8 settembre 2021

 Mirabai e il Vaishnava Padavali

Mirabai (1498-1546 circa) fu una principessa e poetessa e mistica vaishnava del periodo Moghul. Nobile e aristocratica dopo aver perso la madre in giovane età, fu allevata dal nonno vishnuita, che le permise di continuare a istruirsi e studiò lettere classiche e musica. Sposò un giovane principe che morì prematuramente, ma lei si rifiutò di seguirlo nel tradizionale rito Sati che forzava le vedove a immolarsi sulla pira funebre. Gli succedette poi al trono il cognato Rana Sanga, che morì anch'egli; preso allora il potere dal figlio, acerrimo nemico di Mirabai, lei fu costretta ad abbandonare il palazzo e divenne così un'asceta itinerante. 

Fin da piccolissima aveva praticato lo yoga della devozione bhakti e quando nel suo viaggio a Vrndavana incontrò Shri Jiva Gosvami (1513-1598), seguace del santo bengalese Caitanya Mahaprabhu (1486-1533) sentì forte il desiderò di parlargli e d'incontrarlo
We do not get a human life
Simply by asking.
Birth as a human
Is the reward for good deeds
In former births.
Life waxes and wanes imperceptibly,
And stays not long.
The leaf that has fallen
Returns not to the branch.
Behold the Sea of Transmigration.
With its swift, irresistible tide.
O Lal Giridhari, O pilot of my soul,
Swiftly conducts my ship to the other shore.
Mira, the maidservant of Lal Giridhari.
Declares, “Life lasts but a few days only.”
(poesia di Mirabai)
Traduzione: Non riceviamo una vita umana/solo chiedendola./La nascita umana/è il riconoscimento per i buoni sei/nella precedente nascita./La vita cresce e svanisce impercettibilmente,/e non resta più nulla./Le foglie che sono cadute/non ritornanto ai rami./Ecco il Mare della Trasmigrazione./Con la sua rapida, irresistibile marea./O Lal Giridhari, O pilota della mia anima,/Rapidamente conduce la mia nave nell'altra costa./Mira, la servitrice di Lal Giridhari./Dichiara, "La vita dura solo pochi giorni".
Infine Mira giunse a Dvaraka e prese rifugio nel tempio di Ranachor. La sua vita non era ancora libera però dalle influenze della corte di Rajput, dove si svolgevano intense lotte intestine per governare. Le battaglie contro gli invasori costrinesero molte donne allo jauhar (da jau vita e har sconfitta), suicidio di massa che si pratica bruciandosi con le fiamme dell'altare comune. Con una missiva degli ambasciatori cercarono di convincere Mirabai a tornare a casa, ma lei si rifiutò e si immerse in una profonda meditazione finché sparì nell'idolo del tempio, di lei rimase solo il sari che la avvolgeva. 
La pratica dello jahuar in Rajput (India) era originariamente legata solo ai membri della famiglia reale, poi passò ad indicare il suicidio di massa per sfuggire al disonore della cattura da parte dei nemici. Quando la presa del loro villaggio o città era ormai certa, le donne indossavano i loro abiti da sposa, abbracciavano i figli, e si immolavano su pire infuocate, mentre gli uomini si lanciavano nel combattimento a cavallo, lottando fino alla morte, e i brahmini cantavano gli inni sacri. Similmente era quanto avveniva anche nell'antica Roma con la pratica rituale della Devotio, in cui un comandante o dei soldati si immolavano alla divinità per ottenere la salvezza dello spirito.

Raffigurazione del jahuar


Mirabai fu una delle più famose poetesse vaishnava, devota di Krishna e scrisse più di mille trecento poemi o bhajan, canzoni sacre espresse con grande intensità e fervore spirituale
When the whole world
rests in slumber, dear love,
I keep vigil, riven from him.
In a glorious palace of pleasure,
estranged, I sit awake,
and see a forsaken girl,
with a garland of tears round her neck,
passing the night
counting stars,
counting the hours
to happiness
(poesia di Mirabai)
Traduzione: Quando il mondo intero/resta nel sonno, caro amore,/Io rimango vigile, ricettiva./In un glorioso palazzo di piacere,/estraniata, siedo consapevolmente/e vedo una ragazza abbandonata,/con una ghirlanda di lacrime attorno al collo,/che attraversa la notte/contando le stelle,/contando le ore/per la felicità.
La sua fama crebbe in tutto il Nord dell'India e le persone semplici videro in lei un'incarnazione di Radharani, l'eterna consorte di Krishna, ma lei si considerava solo una piccola gopi o pastorella Lalita. Risulta da testimonianze che si considerasse discepola di Guru Ravidas, un maestro il quale pare disputasse con Shri Rupa Gosvami sull'uso delle fonetico e grammaticale delle consonanti ... ad uso dei/delle praticanti di yoga ...
Le canzoni che ha scritto hanno la forma chiamata pada (verso), termine usato per le brevi poesie spirituali, composte in un semplice ritmo con un ritornello ripetuto, collezionato nel suo Padavali. Le versioni esistenti sono in Rahjastani e Braj, dialetto parlato vicino Vrndavana, o miste, tradotte in inglese e hindi
(1)
antara mandire jāgo jāgo
mādhava kṛṣṇa gopāl
nava aruṇa sama jāgo hṛdoy mama
sundara giridhāri lāl
(2)
nayane ghanāye betāri bādol
jāgo jāgo tumi kiśora śyāmol
śri rādhā priyatama jāgo hṛdoye mama
jāgo he goṣṭer rākhāl
(3)
yaśodā dulāl eso eso nāni chor
prāṇer devatā eśo he kiśora
lo’ye rādhā vāme hṛdi vraja dhāme
eso he brajer rākhāl
Traduzione
1) Per favore cresci, per favore cresci nel tempio del mio cuore, O Madhava! O Krsna! O Gopal! Per favore sali, radioso incandescente nelmio cuore come la nuova alba, O bellissimo! O Tesoro Giridhari-Lal!
2) Lacrime stanno scendendo dai mie occhi come un nubifragio monsonico! Per favore cresci, O giovane Kisora! O scuro Syamal! O amato di Srimati Radharani! Per favore cresci nel mio cuore! Per favore cresci, O manutentrice dei bovari!
3) O tesoro di Yasoda! Vieni, per favore vieni, O ladro di burro! O Signore della mia vita! Per favore vieni, O giovane ragazzo! Portando Radha con te alla Tua sinistra, nel regno di Vraja nel mio cuore, per favore vieni O protettore di Vraja!


Il movimento vaishnava Padavali si riferisce al periodo medievale della letteratura bengalese che va dal quindicesimo al diciassettesimo secolo, contraddistinto da un fiorire della poesia vaishnava che racconta in versi la storia di Radha-Krishna. Il termine padavali "collezione di versi" viene dal sanscrito e simboleggia la pratica del bhakti yoga come forma personale intensa di devozione senza distinzione di casta. Il movimento si contraddistingue per l'uso di lingue locali (apabhramsha) o derivati invece che l'uso del sanscrito classico, e influenzò coi suoi temi numerosi poeti come il premio nobel Rabindranath Tagore (1861-1941).
Mirabai viene ricordata come la regina di Chittorgah e la principessa di Merta, piccolo regno tra Jaipur e Jodhpur. Da piccola guardava suo nonno offrire il latte alla divinità di Charbuja. Questa divinità alta 85 centimetri ha quattro braccia ed è considerata miracolosa. Si trova nel tempio del villaggio di Badri risalente al 1444 a.C. fatto di specchi e marmo. Una volta le finestre interne erano dorate e quelle esterne argentate. All'ingresso si trovano ancora oggi pietre a forma d'elefante e ogni anno ci sono speciali celebrazioni, per onorare la sua memoria è stato costituito uno speciale Istituto di ricerca dedicato a lei e alla sua arte.


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